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domenica 18 novembre 2012

E' possibile fare trading con le medie mobili?

Nel 2006 frequentavo il corso della SIAT e i miei amici e compagni di aula Enrico, Fabio e Gabriele, in rigoroso ordine alfabetico (a proposito, quando organizziamo la prossima cena?) mi prendevano in giro per il mio profondo amore per le medie mobili. Ai tempi facevo trading con la carta millimetrata e le medie mobili mi sembravano uno strumento semplice e efficacie. Avrei acquistato il mio primo programma di trading, Metastock, solo dopo aver superato l'esame finale del corso avanzato. I primi backtest mi dissuasero: troppe operazioni perdendi.

Ma è veramente possibile fare trading con profitto utilizzando uno strumento di analisi così semplice?

La sfida di questo post sarà quella di testare un trading system sulle medie mobili molto semplice. La prima cosa da mettere in preventivo è la bassa percentuale di operazioni favorevoli che tali approcci portanto con sè. Sapevo che avrei dovuto faticare per trovare dei filtri operativi efficaci. Il loro compito sarebbe dovuto essere di limitare il numero di trade e allo stesso tempo selezionare quelli più interessanti.

Motore del sistema. Utilizzerò 3 medie mobili semplici. Se la media di breve periodo è maggiore della media di medio periodo e questa è maggiore di quella di lungo periodo comprerò. Le uscite saranno più articolate: ne ho previste 4. Uscirò dai trade con uno stop loss percentuale, uno monetario, un take profit oppure se la media di breve periodo è minore della media di medio periodo e questa è minore di quella di lungo periodo.

Filtri operativi. Dopo molte prove ho scelto 3 indicatori da utilizzare come filtri operativi: l'adx, il bandwidth di John Bollinger e un ratio di volatilità storica 6/100. Ho considerato validi i risultati solo se l'adx era maggiore di 30, se il bandwidth era inferiore alla sua media e se il rapporto tra la volatilità storica a 6 periodi e quella a 100 periodi era minore di 0,5.

Come sempre ho utilizzato tradestation per le analisi, lo strumento finanziario utilizzato è il FTSE MIB, il time frame è 15 minuti e il periodo considerato è di 14 anni e 10 mesi





L'equity line non è affatto male ma il drawdown massimo di 23.000 euro metterebbere a dura prova le coronarie del trader più tranquillo. Dopo qualche prova decido di utilizzare un ulteriore filtro, la scelta ricade sul rapporto tra il massimo di ieri e quello della giornata precedente.

Ecco i risultati






Il drawdown massimo è diminuito di oltre il 33%, il profit factor è ora di 1.67, l'average trade è 441 euro, la percentuale di operazioni vincenti è del 43,40%, molto buona per un trading system trend following. L'unico dato che è peggiorato è il net profit. Per avere un sistema più qualitativo ho duvuto accettare una diminuizione dei guadagni.

Come sempre non ho effettuato ottimizzazioni.

Al prossimo post.

giovedì 1 novembre 2012

Oltre il trend following - Un trading system sul FTSE mib - Argo II

Nel precedente post ho presentato Argo, un trading system trend following creato per il future FTSE MIB. La versione presentata si era dimostrata fin dall'inizio abbastanza solida. In questo post cercherò di apportare dei miglioramenti lavorando su aspetti che non erano stati ancora considerati.

Nello specifico prenderò in considerazione la forza del trend, utilizzando l'indicatore adx, e la volatilità, servendomi dell'indicatore bandwidth.

Non voglio soffermarmi sulla costruzione dell'indicatore adx. In tanti forum su internet o in qualsiasi libro di analisi tecnica potrete trovare tutte le informazioni possibili al riguardo. Però è importante precisare chel'adx misura solo la forza del trend, non la sua direzione. Un trend viene indicativamente considerato forte quando l'adx supera il valore 30.

Quale è la prima scoperta? Se apporto tale modifica al sistema le sue prestazioni peggiorano...e di molto. Il problema è che peggiorano troppo. E se invece funzionasse il contrario?
Proverò a considerare validi i segnali soltanto se l'adx è inferiore a 30.

Sulla volatilità si potrebbero scrivere 1000 libri e il discorso comunque non sarebbe esaustivo. Ai miei fini ho utilizzato un indicatore molto particolare: il bandwidth. Anche qui non mi soffermerò sulla formula dell'indicatore. Insieme al bandwidth ho usato una sua media mobile. Quando l'indicatore è superiore alla sua media siamo in presenza di alta volatilità. Quando esso è inferiore alla media c'è bassa volatilità.

Bene, anche qui però molto è cambiato in corso d'opera. Facendo lavorare il sistema soltanto nelle fasi di alta volatilità avevo dei risultati molto strani: miglioravano solo le operazioni short mentre peggioravano, e di molto, quelle long.

Ho deciso di considerare il filtro buono soltanto per i trade short e di usare il filtro contrario per le operazioni long. In fondo avevo già avuto modo di considerare la diversa struttura dei rialzi rispetto ai ribassi.

Nota operativa: ho utilizzato il bandwidth su un time frame giornaliero. Il sistema ha quindi ora 2 time frame: 15 minuti e daily.

In fase di backtest ho deciso di non effettuare operazioni long il venerdì e di non effettuare operazioni short il mercoledì, inoltre ho deciso di non operare se ci sono stati dei gap su base daily.

Per la misura dello stop loss mi sono servito del grafico MAE di tradestation 9.1.



Come sempre ho effettuato i backtest con il programma Tradestation.


Strumento finanziario: FTSE MIB;

Time frame: 15 minuti;

Periodo analizzato: dal 1-10-1996 al 8-12-2011 (15 anni e 2 mesi)

Vediamo i risultati:














I risultati sono stati ottenuti senza alcuna ottimizzazione.

Rispetto al sistema originale è più che raddoppiato l'average trade, il massimo drawdown è diminuito di oltre il 50 %. Anche la percentuale delle operazioni vincenti ha subito un'aumento del 5%.

Infine è da considerare positivamente il fatto che tutti gli anni (15) sono stati chiusi in positivo.

Al prossimo post.