Nell'articolo precedente abbiamo
introdotto l'argomento opzioni analizzando le considerazioni che potrebbero
farci preferire, a fronte di una visione rialzista del mercato, di comprare opzioni
call piuttosto che delle azioni.
Questo post sarà dedicato alla differente
posizione dei compratori e dei venditori di opzioni call. Una buona notizia: la
stragrande maggioranza degli investitori che hanno poca dimestichezza con
questo strumento finanziario ignora di conoscere già i meccanismi che regolano questo
genere di investimenti.
Mi sono
servito del software Leonard-O messo a punto da Andrea e Luca (che ringrazio). Come possiamo vedere quello che guadagna il
compratore corrisponde a quello che perde il venditore e viceversa. Banale no?
Osserviamo la parte destra delle due curve: al guadagno potenzialmente
illimitato del compratore di opzioni in caso di rialzo, corrisponde un rischio
teoricamente illimitato del venditore.
Allora, chi sarebbe così incosciente da
vendere opzioni call? Lo facciamo tutti, tutti i giorni, e lo facciamo da
secoli.
Iniziamo a pensare ad un'opzione call come
ad un contratto di compravendita immobiliare, il c.d. compromesso. Il
compratore dell'opzione è il potenziale compratore di una casa che, stipulando
il compromesso, ne ferma il prezzo per un certo periodo di tempo. Con il
compromesso questi paga una caparra (es, 10.000,00 euro il premio dell'opzione)
acquistando il diritto di comprare ad un prezzo stabilito (es, 100.000,00 euro,
lo strike dell'opzione) una casa entro una certa data (scadenza dell'opzione).
Dopo aver stipulato il preliminare, il compratore spera che l'immobile che
intende acquistare si apprezzi. Perché? Perché se nel frattempo il suo valore
raddoppiasse, questi guadagnerebbe 90.000,00 euro, infatti, dietro il pagamento
di 10.000,00 euro ha acquistato il diritto di comprare a 100.000,00 un immobile
che ora ne vale 200.000,00. Potrebbe anche considerare di vendere il suo
diritto prima di esercitarlo, in questo caso terrebbe la differenza di
prezzo.
Nel caso, invece, in cui il prezzo della
casa si dimezzasse prima della stipula del contratto definitivo, il potenziale
acquirente avrebbe la facoltà di non esercitare il suo diritto (ricordiamo che
con la stipula del preliminare il potenziale compratore acquista un diritto mentre
il venditore assume un dovere) limitando di fatto il danno economico alla
perdita della caparra. Del resto chi comprerebbe a 100.000,00 euro una casa che
ne vale 50.000,00.
Al prossimo post.